






Quest’anno, in concomitanza con i 10 anni di attività, mi ero riproposto di riqualificare e riordinare significativamente la selezione di vini in bottiglia, affinchè riflettesse maggiormente lo spirito e la direzione intrapresa nel tempo di offrire vini con un particolare background, ed uno degli obiettivi era quello di creare un corner ben distinto per i vini del territorio.
Finalmente, una volta fatto spazio sugli scaffali dopo le vendite delle festività, sono riuscito a individuare una sezione dove esporre ben ordinate almeno 15 etichette e ricavare spazio per due “bollicine” locali nella già affollata sezione spumanti, in modo da poter offrire una discreta panoramica sulla produzione vinicola della zona, intesa come la più prossima: Val Pontida, Monte Canto e Montevecchia che vanno ad affiancarsi ai vini già presenti in negozio provenienti dal cuore della Valcalepio.
Durante gli anni in cui mi sono trasferito in quel di Cisano Bergamasco ho avuto modo di scoprire e conoscere diverse realtà lavorative (e ovviamente assaggiare in più occasioni i loro vini) alle quali va riconosciuto l’indubbio merito di essere riuscite nel tempo a fare gruppo e coltivare un pubblico proprio e ben definito con numerose manifestazioni di promozione sul territorio: eventi su misura sempre ben curati e ben organizzati che hanno preparato un terreno fertile e ricettivo anche per la parte commerciale. Questo nonostante le dimensioni minuscole dei singoli produttori!
Creato lo spazio, la parte ancora su cui lavorare era quindi l’assortimento. Qui la cosa si è fatta interessante, perchè sebbene si possa pensare che le varietà di uve in uso nella Bergamasca siano principalmente se non esclusivamente quelle internazionali in lascito dal programma di ripresa agronomica degli anni settanta (merlot, cabernet sauvignon, pinot e chardonnay in primis), i diversi produttori che ho conosciuto riescono a stupire sia per le diverse e caratterizzanti metodologie di conduzione in cantina e interpretazione dei vitigni sopracitati, sia per l’uso di altre varietà anche impegnative o inusali (vedi il Pinot Nero o i nuovi vitigni PIWI, cioè varietà resistenti alle malattie funginee che permettono di ridurre significativamente l’uso di trattamenti) e sia con l’appassionato lavoro di recupero di altre varietà presenti, seppur in quantità esigue, nel patrimonio viticolo rurale della zona.
Un punto fermo che invece accomuna tutte le persone che ho conosciuto è l’avere a cuore concretamente l’ambiente ed il territorio circostante, che in tutti i casi citati a seguire si può dire letteralmente casa loro, e nostra (questo è il bello dei piccoli produttori diretti!). Alcuni hanno certificazione biologica ma vi garantisco di persona che praticamente tutti sono talmente in simbiosi con il loro lavoro da rendere impensabile l’uso scriteriato di qualsiasi sostanza in vigneto o cantina, ancorchè ammessa a livello normativo. Ma probabilmente li conoscete voi meglio di me che sono “forestiero” e sapete di chi e cosa parliamo e del lavoro di mantenimento del territorio agricolo, altrimenti a rischio di ri-abbandono, che portano avanti da tempo: se ad oggi passeggiamo nelle nostre aree verdi in sentieri ben manutenuti, godendo di un paesaggio invidiabile e curato lo dobbiamo anche a chi in questo paesaggio ha investito tempo e denaro e se ne prende cura tutti i giorni.
Quindi il ventaglio di proposte è vario e intenzionato a coprire più scenari: per la zona di Pontida e Palazzago si va dalla gestione concretamente naturale dei vigneti e alle vinificazioni in sottrazione che caratterizzano gli eclettici vini de Le Driadi al mirato e consolidato Chardonnay spumante brut di Drezza o agli estrattivi e sapidi vini bianchi di Tosca. Sul Monte Canto invece trovano dimora i vigneti di Tassodine, da cui proviene oltre al celebre Pinot Nero anche un piacevole e ricco Merlot, e dalla parte opposta in comune di Ambivere, sempre con bella esposizione verso sud, i vigneti a conduzione biologica dell’Azienda Ronchi di Genestaro da cui si producono due vini in piccolissime quantità: un Incrocio Manzoni 6.0.13 intenso e verticale ed un fragrante e profumato rosso da uve Incrocio Terzi (incrocio varietale tra Barbera e Cabernet Franc creato dal viticoltore Riccardo Terzi di Sotto al Monte nella prima metà del secolo scorso) unito ad una piccola parte di Prior, vitigno PIWI. Stiamo infine definendo una scelta per la zona di Montevecchia, e poi dovremmo avanzare uno o due posti ancora per qualche altra selezione dal cuore della Valcalepio, di cui trovate comunque sempre i consolidati vini della cantina Locatelli Caffi.
Nelle settimane a venire avremo modo di assaggiare insieme in negozio alcune di queste nuovi inserimenti: ovviamente come è nostra consuetudine questa selezione sarà soggetta nel tempo a variazione e rotazione delle proposte, anche perchè effettivamente i produttori virtuosi ed i vini meritevoli sono molti. Restando in tema di vini vicini a noi e a noi cari, un altra buona notizia è che abbiamo anche fatto spazio per un buon numero di nuove proposte dalla Valtellina, ancora da definire, ma ne parleremo più avanti.